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I rischi connessi alla costruzione e all'esercizio dell'impianto

I rischi per la popolazione residente sono principalmente legati all'inquinamento dell'aria durante le attività di costruzione e funzionamento dell'impianto, nonché alla possibilità di incidente potenzialmente disastroso nell'impianto.
Per farsi un'idea della pericolosità dell'impianto basti dire che, come risulta dalla Delibera regionale del 13 Ottobre 2010, l'area di stoccaggio rientra nella normativa Seveso 2 concernente il controllo dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose.

I rischi per la salute pubblica

L'inquinamento dell'aria prodotto dall'impianto sarà dovuto all'emissione di inquinanti gassosi (ossidi di azoto, anidride carbonica e metano). In particolare:
  • durante la realizzazione dell'impianto, l'emissione di polveri sottili (PM10) da parte dei motori dei macchinari di perforazione, del traffico di cantiere, e delle attività di costruzione degli impianti; 
  • durante la fase di esercizio, è possibile che si verifichi una situazione di emergenza che induca alla depressurizzazione degli impianti con la conseguente emissione in atmosfera di metano: le stime di ricaduta in questo caso, mostrano i valori massimi a circa 7-8 km a Est oppure ad Ovest dell’impianto (interessando perciò la zona evidenziata in giallo qui sotto).  
Immagine
In base alla già citata normativa Seveso 2, prima dell'entrata in funzione dell'impianto dovrà essere predisposto dalla Ital Gas Storage un piano di emergenza specifico per i lavoratori dell'impianto e dalla Prefettura di Lodi e dalla Provincia di Lodi un piano di emergenza che interessi gli abitanti dei comuni potenzialmente interessati dagli incidenti.

Le probabilità di incidente

Quali sono le probabilità che nel corso dell'utilizzo dell'impianto (la cui concessione alla Ital Gas Storage attualmente è prevista per 40 anni) si verifichi un incidente? Ecco cosa risponde un importante esperto americano.
Nel saggio "Hazards of Gas Storage Fields" (i rischi dei campi di stoccaggio di gas) contenuto nel saggio "Gas Migration - Events Preceding Earthquakes" pubblicato nel 2000 da Gulf Publishing, il prof. Bernard Endres, esperto di impianti di stoccaggio e professore presso la USC (University of Southern California) e la UCLA (University of California, Los Angeles) scrive: "L'esperienza ha dimostrato che gli impianti di stoccaggio sotterraneo del gas possono creare un serio rischio di esplosione e incendio, e non dovrebbero essere situati sotto i centri abitati. E' virtualmente impossibile assicurare che il gas non migrerà verso la superficie". E ancora: "La vita operativa di un impianto di stoccaggio sotterraneo del gas non supera di norma i 50 anni: tuttavia anche se l'impianto non avesse perdite ad inizio attività, probabilmente le avrà con il tempo. La questione importante non è SE l'impianto di stoccaggio avrà perdite, ma piuttosto QUANDO le avrà”.
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